lunedì 28 marzo 2011

150esimo dell'Unità d'Italia: l'intervento di Raffaele Bucciarelli nell'Assemblea legislativa delle Marche.

Intervento di Raffaele Bucciarelli, Presidente del Gruppo consiliare regionale Federazione della Sinistra (PdCI-PRC), in occasione della seduta dell’Assemblea legislativa delle Marche del 15 marzo 2011 sul 150esimo dell'Unità d'Italia.

Ritengo che l’Ufficio di Presidenza abbia fatto un’ottima scelta nel celebrare questa giornata.
Saluto il prof. Piccinini, la delegazione dell’Associazione degli ex Consiglieri regionali, la nostra memoria storica, e le Autorità presenti.
Certo, parlare di 150 anni di storia di una nazione è parlare di un tempo breve, 150 anni sono veramente pochi per una nazione, per un popolo che decide di auto organizzarsi in un determinato territorio.
I passaggi li conosciamo quasi tutti, ce li ha ricordati anche il prof. Piccinini. Abbiamo dovuto aspettare la fine della prima guerra mondiale per completare quello che era il disegno di una borghesia illuminata. Ma io credo che l’esaltazione, nel senso pieno del termine di nazione: dei diritti e dei doveri di un popolo che vive su un determinato territorio, che alcuni chiamano la terra dei Padri, la Patria – heimat, vaterland, nelle lingue che conoscono da prima di noi l'organizzazione dello Stato –, per la prima volta l’abbiano avuta durante la guerra di Resistenza, durante la guerra partigiana, dove tutti, credenti e non credenti, si sono uniti per combattere e ridare dignità ad un popolo e ad una nazione.
Però dagli interventi che ho ascoltato questa mattina – spero di non peccare di presunzione, anzi, lo dico molto umilmente – mi sembra che manchi il soggetto principale dell’Unità d’Italia, ossia sfugga la presenza degli uomini e delle donne che l'hanno costruita da un lato l’hanno subìta dall'altro. Non è certo stata una passeggiata, né un’acquisizione di diritti per tutti e per sempre. Si può citare come esempio ciò che accadde a coloro che per primi si ribellarono gli abitanti dello Stato Borbonico, a quella che ritenevano essere un’invasione dei piemontesi. Furono chiamati briganti e come tali anche oggi vengono ricordati. Eppure si ribellarono all'invasione di un esercito che occupava il loro Stato dove, per citare un altro esempio, erano abituati a pagare solo minime tasse, mentre i piemontesi ne hanno portate a dismisura. Lo fecero perché sapevano che avrebbero perso quella centralità nell’Europa di allora, ove Napoli, era la seconda città industrializzata. Erano regioni dove c’era immigrazione, non emigrazione. Però coloro che si ribellarono, ripeto, vennero chiamati briganti e perseguitati!.

martedì 22 marzo 2011

Guerra in Libia: Federazione della Sinistra e SEL presentano una mozione contro l'uso della forza e per un immediato cessate il fuoco.

I Consiglieri regionali Raffaele Bucciarelli e Massimo Binci, rispettivamente Presidente del gruppo consiliare Federazione della Sinistra (PdCI-PRC) e Presidente del gruppo consiliare Sinistra Ecologia e Libertà, hanno presentato all’Assemblea legislativa delle Marche una mozione, il cui testo si riporta di seguito, contra la guerra in Libia.

Mozione sulla situazione della Libia e sull'intervento militare in corso.

L'Assemblea legislativa delle Marche
vista:
la preoccupante e complessa situazione interna alla Libia, dove alla sollevazione di importanti regioni e città contro il regime del colonnello Gheddafi è seguita una risposta di inaudita violenza che ha visto le forze lealiste impiegare armamenti pesanti ed aerei, con gravi conseguenze sulla popolazione civile;
considerato:
che, a seguito dell'approvazione da parte del Consiglio di Sicurezza dell'ONU della risoluzione che prevede l'istituzione di una “no fly zone” nello spazio aereo libico, alcuni paesi, tra cui l'Italia, hanno scatenato una pesantissima offensiva missilistica ed aerea contro le infrastrutture militari e contro le forze armate fedeli al colonnello Gheddafi, che rischia di produrre ulteriori danni alla popolazione civile già stremata da settimane di guerra civile, tantoché a decine di migliaia si contano ormai i cittadini in fuga dalle zone di guerra;
ricordato:
che la storia recente ha già troppe volte visto iniziare guerre che nascondevano dietro motivazioni umanitarie interessi legati al controllo di aree di particolare interesse geopolitico o di risorse minerarie ed energetiche preziose;
ricordato altresì:
che l'Italia ripudia all'articolo 11 della sua Costituzione il ricorso alla guerra per la risoluzione delle controversie internazionali;
espressa:
la più totale solidarietà della comunità marchigiana alle popolazioni civili della Libia che soffrono per le conseguenze della guerra civile e dell'attacco delle forze della coalizione
impegna la Giunta regionale:
a trasmettere al Governo la contrarietà dell'Assemblea legislativa delle Marche ad un uso della forza che, come sta accadendo in queste ore, sembra eccedere il mandato e gli obiettivi del Consiglio di Sicurezza dell'ONU e, conseguentemente, alla partecipazione delle forze armate italiane alle missioni militari e allo stesso utilizzo delle basi italiane da parte delle forze della coalizione;
a chiedere al Governo italiano un impegno a livello internazionale affinché tra le parti in conflitto si giunga ad un rapido, effettivo e verificabile cessate il fuoco e si dia vita ad una trattativa che risparmi alle popolazioni civili ulteriori sofferenze e apra la possibilità per il popolo e la nazione libica di una soluzione pacifica ed autodeterminata.

martedì 8 marzo 2011

Savelli (PRC) e Procaccini (PdCI): l’assessore Donati (IDV) si dimetta e, se così non sarà, sia il Presidente Spacca a sollevarlo dall’incarico.

L'assessore Sandro Donati
Stupisce, ed insulta persino l'intelligenza dei cittadini, la dichiarazione dell'assessore regionale all'Ambiente Sandro Donati in merito alla sua mancata conoscenza delle competenze in materia di manutenzione dei corsi d'acqua, di quei corsi che tanti danni hanno fatto nei giorni scorsi, portando via anche vite umane.
Stupisce perché segnala un fatto gravissimo e cioè che l'assessore regionale preposto alla materia si domanda solo ora, in seguito a una vera e propria catastrofe e solo perché sollecitato dalla stampa, chi avrebbe dovuto monitorare e mettere in sicurezza fiumi, torrenti e fossi, quali interventi sarebbero stati a ciò necessari e, soprattutto, se questi interventi siano mai stati realizzati. Ancor di più stupisce perché evidentemente l'assessore non conosce neppure dove vadano a finire le risorse che la Regione, in particolare tramite il suo assessorato, destina per gli interventi in campo idrogeologico e più in generale per la messa in sicurezza del territorio. A questa affermazione pubblica della propria assoluta inutilità, o ad un poco nobile tentativo di scaricabarile, l'assessore Donati non può non far discendere l'unico atto conseguente e comprensibile e cioè le proprie dimissioni. Qualora ciò non avvenisse, toccherà al Presidente Spacca mettere i cittadini marchigiani al riparo da tanta incompetenza e superficialità, assumendosi la responsabilità di sollevare l'assessore Donati da un incarico evidentemente non adatto alle sue capacità.

Marco Savelli, Segretario regionale del Partito della Rifondazione Comunista
Cesare Procaccini, Segretario regionale del Partito dei Comunisti Italiani