martedì 20 dicembre 2011

Intervento del Cons. Bucciarelli sul Piano Socio Sanitario Regionale presentato in Aula nella seduta del 16.12.2011

Colleghi Consiglieri, io ho ascoltato con grande attenzione, credo come voi, la relazione del Presidente della Commissione Comi. Ed ho letto più volte il piano. Come pure ho partecipato, pur non facendone parte, alle riunioni della Commissione. Ebbene, noi Comunisti siamo molto preoccupati e contrari a questo provvedimento.
            Il primo motivo è perchè abbiamo l’impressione netta che sia un provvedimento con il quale il Governo regionale chiede una delega se non in bianco in grigio molto sbiadito all’Assemblea legislativa.
            Il secondo è perchè questo provvedimento, importantissimo, ha avuto un percorso che potrei definire del gambero, cioè a rovescio. Ed è una cosa, purtroppo, alla quale questo Governo regionale, questa maggioranza, ormai ci sta abituando, prima si approvano le leggi di dettaglio e poi i provvedimenti organici, quanto invece dovrebbe essere il contrario. Faccio un esempio, se dobbiamo andare in Croazia e vogliamo andarci nel minor tempo possibile dobbiamo sicuramente prendere l’aereo, se vogliamo attraversare il mare prendiamo la nave, se vogliamo vedere il paesaggio facciamo il giro con l’auto.
            Qui invece prima si compra lo strumento e poi si dice “noi faremo perché voi ci darete la delega”. Questo è! Quindi siamo preoccupati.
            Siamo preoccupati,poi,  anche perché questo piano, che di per sé dovrebbe definire obiettivi, tempi, modalità e risorse, con, non dico la massima precisione (chi lo faceva nei piani quinquennali abbiamo visto che poi sono implosi anhe sul piano economico), ma almeno con un’approssimazione credibile, di fatto non prevede niente, è solo un elenco di obiettivi, di criticità, ragionato ed elaborato sulla base di tendenze evolutive. Io ho apprezzato molto l’entusiasmo con cui il dott. Ruta ci illustrava la medicina molecolare e quella del prossimo ventennio. E’ interessante, è bello, ma come arrivarci? Quando? Attraverso quali provvedimenti? Non è dato saperlo!
            Gli investimenti previsti rispondono ad una situazione economica e finanziaria che conosciamo tutti, quindi, chi sarebbe in grado oggi di prendere impegni precisi sulla tempistica futura di realizzazione di investimenti? Nessuno! Infatti sappiamo bene che ad una prossimo e futura manovra tutto diventerà evanescente.
            E allora è comprensibile che c’è grande preoccupazione. E, guardate, non solo da parte dei Comunisti. La preoccupazione c’è da parte anche di tanti altri Consiglieri regionali anche di maggioranza. Tanto è vero che ci sono dei Consiglieri che hanno presentato emendamenti a tutela dei territori che, temono, verranno depauperati dei servizi. Se ci sono dei Consiglieri di maggioranza autorevoli che hanno presentato degli emendamenti a tutela del proprio territorio, se ci sono sindaci che ci hanno telefonato, scritto, implorandoci di intervenire per non svuotare dei servizi nei loro territori, ecco allora dimostrato che la preoccupazione non è solo nostra.
            Io non amo il populismo né amo andare dietro agli umori dei momenti e ai vari localismi, però credo che un provvedimento più condiviso con il territorio avrebbe avuto bisogno di un altro percorso e allora qui sarebbe stato accolto in modo diverso.
            Ma ciò non è avvenuto. Questa che approviamo oggi è la quinta o la sesta edizione del piano. Un piano modificato continuamente non dalla Commissione ma dal Governo regionale. Ci sono stati anche motivi nazionali, però questo è.
            Noi già nella passata maggioranza, nella passata legislatura, abbiamo fatto proposte chiare. Siccome pensiamo di essere titolati a parlare, perché il raggiungimento del pareggio del bilancio annuale della sanità è stato raggiunto anche grazie allo sforzo dei Comunisti che erano in maggioranza e al governo, abbiamo chiesto delle priorità, che vi elenco, priorità che restano tali anche oggi .
            Proponiamo l’abolizione dell’Asur, uno strumento oggi del tutto inutile, serve solo per centralizzare il l'esercizio del potere che, per esempio, fa in modo che magari un bambino dislessico in un comune marchigiano, San Benedetto non abbia assistenza, però l’amico medico dell’Assessore viene assunto per accogliere gli obesi. E' così che avviene! Anche questa è la realtà che viviamo.
            Sono state istituite ad agosto cinque aree vaste anche ai fini della programmazione che hanno meno potere di quello che avevano le zone, quindi scatole pressoché vuote. Perché nel momento in cui la programmazione verrà realizzata e i direttori delle aree vaste si troveranno a confrontarsi con i direttori delle aziende ospedaliere, ecco, i primi non potranno dire niente, non avranno un potere reale, che invece avrà chi dirige le aziende ospedaliere. Aziende ospedaliere che drenano fondi ai territori, li impoveriscono. E i sindaci questo l'hanno capito, ecco perché sono preoccupati.
Proponiamo l’abolizione dell’Ars, le cui funzioni, Presidente Comi, possono essere esercitate dall'Assemblea legislativa regionale attraverso le Commissioni.
Inoltre proponiamo la coincidenza degli ambiti di gestione sociali con gli ambiti sanotari.
Pertanto una nostra idea l’avevamo e ci sembra valida anche oggi.
            Questo provvedimento, ripeto, impoverisce i territori, accentra sulle aziende ospedaliere fondi e risorse, cosicchè sul territorio non rimarrà più niente.
            E questo, guardate, non è un processo a divenire, non è fare l’uccello del malaugurio, sono cose che già stanno avvenendo. Non è un caso che di tutto si parla, ma poi della zona della montagna, la zona più povera, cosa si fa? Cosa si propone? Solo uno studio a divenire.
            Sulla programmazione c’è confusione, non c’è chiarezza. C’è un budget predefinito, dopodiché, come dicevo prima, le aziende ospedaliere faranno il loro programma, che sarà determinante e condizionante in maniera assoluta di quello delle aree vaste, e ci saranno i soliti tagli economici. E chi è il primo che propone una programmazione e l’ultimo che la approva definitivamente? Non è dato sapere, regna la nebbia.
Sul piano sociale prendiamo atto con piacere che è la prima volta, questo è vero, che si parla anche del piano sociale, comunque ci troviamo di fronte a una regressione culturale e sociale che veramente ci preoccupa tanto.
            Ho apprezzato molto, come dire, l’esercizio di ginnastica mentale del Consigliere Busilacchi circa la famiglia, però, guardate, che quando parliamo di sanità e parliamo di sociale, parliamo di diritti universali, di diritti della persona. Ma che c’entra questo con il voucher alla famiglia naturale e con prole, che peraltro va contro leggi approvate da questa stessa Assemblea legislativa regionale!           Noi siamo l’unica Regione in Italia ad avere una legge contro la discriminazione di genere. E questa non è una discriminazione?! Famiglia naturale e con prole. Che c’entra il voucher alla famiglia con il diritto di un bambino ad essere seguito nella sua evoluzione o quella di un bambino in difficoltà nelle scuole! Il diritto del bambino con difficoltà di apprendimento – che in base alla legge regionale sarà medicalizzato, sarà posta l'etichetta quasi di portatore di handicap, va onorato dando un servizio significativo. Ecco, con questo piano per risolvere i problemi di quel bambino, con difficoltà di apprendimento o di un anziano che ha difficoltà di deambulare, cosa diamo? Un voucher alla famiglia!
            Quando si parla di diritti dobbiamo stare molto attenti. E guardate che non parlo, ripeto, di cose che avverranno. Tutti noi sappiamo quanti assistenti sociali, quanti psicologi, quanti logopedisti sono andati in quiescenza dal servizio pubblico ed hanno aperto studi privati e lavorano in nero. E questo è perchè il pubblico non riesce, a causa dei tagli, che subiscono le loro retribuzioni, a dare una risposta a quei bisogni.
            Quando si perde il concetto di diritto e della sua affermazione si perdono di vista cose importantissime. Prima di tutto il lavoro. Altro esempio come si fa ad espletare un concorso pubblico e poi anziché assumere i vincitori si assumono per chiamata o si assume su graduatorie che sappiamo come vengono realizzate! Non è solo una vergogna, grida vendetta!
            Qual è il messaggio politico che diamo ai giovani se non quello di dire: guardate, se siete bravi, se chinate la testa, se fate un po’ anche la campagna elettorale per me, allora vi assumo, altrimenti potete vincere anche fino a cento concorsi pubblici, ma non sarete mai assunti, perché c’è più convenienza a chiamare altri. E questo purtroppo non avviene solo per i concorsi, sta avvenendo anche per servizi indispensabili, servizi determinanti in certi settori e nella sanità pubblica marchigiana. Diversi servizi sono stati erogati grazie all’impegno di cooperative, con dipendenti che lavorano direttamente agli ordini di dirigenti regionali, ma poi si tagliano i fondi e vengono mandati a casa magari dopo quindici anni di lavoro svolto con dedizione, entusiasmo e tanto impegno!
            Allora ai voglia nel bilancio di previsione del 2012, prevedere integrazioni per la cassa integrazione guadagni e a sostegno dell’occupazione, se poi i nostri dipendenti indiretti li mandate a casa. Anche qui, quale esempio date!
            Quale esempio diamo quando nelle Marche ad una donna non può esercitare un suo diritto, quello dell’interruzione volontaria della gravidanza, perché ormai gli obiettori sono il 98%. Viene più tutelato il diritto all’obiezione che un diritto previsto dalla legge. Questa è la realtà!! E come si interviene su questo? Non si è detto niente!
            Non è un caso che negli ultimi tempi le donne a livello nazionale si siano così fortemente organizzate con la campagna “se non ora quando?”.
            Quando si tagliano i diritti, quando si minano i parametri che sono alla base di un’organizzazione sociale, le prime a pagare sono proprio le donne.
            Ecco allora che non possiamo sostituire tutto questo con i voucher. Non servono! Dobbiamo tutelare le leggi, farle rispettare. Dobbiamo rispondere ad esigenze, oggi, non forse domani.             Dobbiamo avere presente che quando ragioniamo siamo consiglieri regionali, e quindi dobbiamo ragionare pensando a tutto il territorio, dal mare Adriatico agli Appennini, dall’Abruzzo fino alla Romagna. Sapendo che ci sono zone più servite e zone più in difficoltà, cittadini privilegiati o meno svantaggiati e cittadini più svantaggiati.
            Credo dunque che l’Assemblea legislativa debba sempre partire dalla parte più svantaggiata della popolazione. Se dimentichiamo questo, dimentichiamo anche il ruolo per cui siamo stati eletti e noi comunisti vogliamo su questo punto affermare nettamente la nostra diversità.


Raffaele Bucciarelli
Presidente del Gruppo consiliare regionale
Federazione della Sinistra (PdCI-PRC) 

venerdì 16 dicembre 2011

Binari morti

E' un binario morto quello che collega le Marche al resto della penisola, in particolare alla capitale. 
I nuovi orari e le soppressioni delle tratte imposte da Trenitalia lascia a piedi un gran numero di passeggeri, penalizza i lavoratori coinvolti e condanna all’isolamento un’intera regione.
I viaggiatori che quotidianamente si riversano sui treni che collegano l’Umbria, le Marche e Roma, per esigenze di lavoro, di studio, affari, per l'accesso a determinati servizi sociali e perchè no anche per turismo, da oggi si dovranno scontrare con una terribile realtà: quei treni non ci sono più. Il traffico ferroviario in questa specifica direttrice ferroviaria attraversa punti di snodo fondamentali, come le città di Ancona,Terni e Fabriano, da cui proseguono ulteriori collegamenti importanti e meno importanti verso l'Abruzzo, l'Emilia Romagna e la Toscana. Il nuovo orario ferroviario adottato, operativo dall'11 dicembre 2011, provoca una situazione di enorme disagio per tutta l’utenza coinvolta in questi collegamenti ferroviari, influendo negativamente nell'orario di lavoratori e studenti. La crisi e le mancate risposte della politica hanno il volto del declassamento di ES ad IC , della soppressione di diversi ES e della scarsità dell’offerta di viaggio per tutte le fasce orarie in uscita da Roma, del peggioramento dei servizi e della qualità della vita. Quando invece occorrerebbe mantenere e potenziare il traffico ES oggi esistente, magari distanziando le partenze dei treni principali per il rientro a non meno di 25-30 minuti l’uno dall’altro, introducendo soluzioni alternative per il rientro dopo le 18 e prima dei treni notturni. Si attende un treno che non arriva, ci si aspetta un intervento da parte del governo per scongiurare il caos creato dagli sconvolgimenti creati dai nuovi orari per tutti i pendolari costretti a viaggiare in orari irragionevoli, per verificare con Trenitalia ed RFI tutte le soluzioni possibili per razionalizzare l’offerta di trasporto viaggio senza sopprimere treni fondamentali per i pendolari umbri e marchigiani. Molti considerano l’A.D. di Trenitalia S.p.a. Mauro Moretti il responsabile dei gravi disagi che oggi vive il trasporto ferroviario in Italia (e non solo, pensando agli 800 lavoratori dei treni notte rimasti senza lavoro e con essi 800 famiglie senza più un futuro), scelte che rischiano di impoverire ulteriormente la qualità del servizio a danno non solo della comunità ma dell'interesse pubblico ricorrendo interessi particolari in barba alle esigenze dei cittadini.

Ambra Ruggeri
collaboratrice del Presidente Raffaele Bucciarelli
Gruppo consiliare regionale
Federazione della Sinistra (PdCI-PRC)

martedì 13 dicembre 2011

Riconoscimento e disciplina delle medicine complementari

Ho depositato questa mattina una proposta di legge regionale per il riconoscimento e la disciplina della medicine complementari. Questa proposta di legge - sottoscritta anche dai consiglieri regionali Marinelli, Traversini, Camela e Comi - si pone l'obiettivo di riconoscere e dare tutela alle medicine complementari e, contemporaneamente, regolamentarne l'esercizio.
La tematica delle medicine complementari, peraltro oggetto di interventi a livello di istituzioni nazionali e comunitarie, è già stata affrontata anche dalla Regione, tantochè nel Piano Sanitario vigente è stato previsto un percorso atto a favorire una sempre maggiore integrazione tra queste e la medicina convenzionale, processo rimasto però del tutto inattuato.
E' da ricordare che, secondo un dato ISTAT risalente all'ormai lontano 2001, a queste pratiche (agopuntura, fitoterapia, omeopatia, medicina Ayurvedica, medicina antroposofica, osteopatia, chiroterapia, omotossicologia, naturopatia) si rivolgeva all'epoca oltre il 15% della popolazione ed è facilmente ipotizzabile che questa percentuale sia progressivamente cresciuta col tempo.
Da qui la necessità di una norma specifica, per un settore che interessa e coinvolge una consistente fetta della popolazione regionale, che definisca i criteri per l'esercizio di queste medicine al fine di tutelare operatori e pazienti e consentire a questi ultimi di poter pienamente operare quella libera scelta terapeutica che la stessa Costituzione della Repubblica riconosce tra i diritti primari dei cittadini.

Raffaele Bucciarelli
Presidente del Gruppo consiliare regionale
Federazione della Sinistra (PdCI-PRC) 


martedì 6 dicembre 2011

COLDIRETTI MARCHE: DIFENDERE IL MADE IN MARCHE DAI FALSI DI STATO, OGGI IL VOTO IN CONSIGLIO REGIONALE

Contro i “falsi di Stato” che danneggiano il made in Marche a tavola,  l’Assemblea legislativa è stata chiamata oggi a pronunciarsi. Su iniziativa di Coldiretti, il presidente Vittoriano Solazzi ha inserito nel calendario dei lavori un ordine del giorno che impegna l’assemblea ad adottare provvedimenti contro il fenomeno dell’italian sounding, la produzione di cibo che richiama il made in Italy ma che di Italy e di made non ha proprio nulla, senza contenere di fatto un grammo di prodotto italiano. Una delegazione della Coldiretti regionale ha preso parte ai lavori, con il sostegno di Legambiente, Wwf, Italia Nostra, Adiconsum, Adoc, Federconsumatori, Abusbef, Symbola, Slow Food, Cgil, Uil. Noi li abbiamo incontrati e ascoltato le loro impressioni sulla mattinata. “In un momento in cui lo Stato richiede grandi sacrifici ai cittadini come al mondo produttivo – denuncia il presidente di Coldiretti Marche, Giannalberto Luzi - è assurdo che si vada a finanziare con soldi pubblici la delocalizzazione dell’agroalimentare, facendola passare per internazionalizzazione e producendo all’estero salumi e formaggio pecorino che richiamano il tricolore”. Il riferimento è al caso Simest, la società partecipata dal Ministero dello Sviluppo economico che sostiene la produzione in Romania di formaggi di pecora venduti con marchi che richiamano al Made in Italy come Dolce Vita e Pecorino, mentre con il Gruppo Parmacotto ha stretto un accordo per la promozione di salumi “italiani” fatti però negli Stati Uniti. In questo modo si blocca pericolosamente ogni potenzialità di crescita delle imprese italiane a causa della “saturazione” del mercato con prodotti che richiamano qualità italiane senza essere di origine nazionale, impedendo ai consumatori di effettuare una corretta comparazione. Coldiretti ha espresso sulla mattinata in consiglio un parere “parzialmente positivo”, positivo perché l’Assemblea ha accolto il documento e deliberato a favore, parzialmente perché aver sostituito la parola documento con sollecitazione, denota secondo Coldiretti, un segnale di debolezza da parte della politica. Coldiretti tiene a precisare che non si tratta più solo di una organizzazione nazionale ma di una vera e propria forza sociale, poiché il documento è stato firmato da oltre 12 associazione anche non agricole, che condividono le posizioni della Coldiretti e hanno a cuore l’interesse del paese.

Ambra Ruggeri
collaboratrice del Presidente Raffaele Bucciarelli
Gruppo consiliare regionale
Federazione della Sinistra (PdCI-PRC)