In queste ore
migliaia di persone nell’Emilia piegata da un disastroso terremoto vivono paura
e angosce, scavano tra le macerie per salvare qualche vita e recuperare dalle
loro case le poche cose rimaste e, con queste, la memoria di una vita che
purtroppo non sarà mai più come prima.
Quell’angoscia e quel dolore sono anche i nostri, come lo sgomento per quei
morti, molti dei quali lavoratori di fabbriche che ora sono solo rovine.
È scattata una
straordinaria gara di impegno e di solidarietà che testimonia un Paese vivo che
vuole, producendo comunità, indicare un percorso che può essere anche la strada
che ci conduce fuori dalla peggiore crisi dal dopoguerra.
Proprio per
questo le istituzioni, la politica, le mille forme dell’associazionismo civile
dovrebbero ascoltare questa lezione e operare in sintonia con essa.
Fra pochi giorni
sarà il 2 giugno, una delle nostre più importanti festività civili. E' la data
della Repubblica e della sua Costituzione. Da alcuni anni è ritornata per
quell’occasione l’usanza della parata militare, un rito che poco s’intreccia
anche con il significato storico di questa data che rappresenta innanzitutto la
vittoria politica della democrazia e
vuole ricordare una Costituzione fondata sul lavoro, la pace, la convivenza
civile, la solidarietà. Meglio sarebbe stato già rinunciare definitivamente a
quella parata in armi, peraltro molto costosa, ma in particolare oggi, anche in
considerazione del fatto che sono tantissimi gli italiani che la ritengono
inopportuna e invitano a usare quelle risorse per aiuti concreti e immediati
alle popolazioni terremotate. Del resto già nel 1976 il Governo allora in carica,
proprio come atto concreto di solidarietà e in omaggio alle vittime del
disastroso terremoto del Friuli, prese la decisione di sospendere quella
parata.
A quanto pare
questa volta manca alle nostre istituzioni nazionali la stessa sensibilità.
Le Marche, però,
con la loro storia, la coscienza civile
dei cittadini marchigiani, la ricchezza della loro vita democratica, possono -
attraverso un atto insieme simbolico e concreto - fare propri quei valori,
trasformando l’appuntamento della Festa della Repubblica in una azione a
sostegno delle popolazioni terremotate dell’Emilia.
E' con questo
spirito che La invitiamo a non inviare alcuna delegazione della Regione Marche
alla parata militare del 2 giugno e a segnalare alla Presidenza del Consiglio e
alla Presidenza della Repubblica le motivazioni di questa assenza, destinando
le risorse che sarebbero state necessarie alla presenza a Roma della
rappresentanza marchigiana alle popolazioni emiliane colpite dal terremoto.
Ancona, 30 maggio 2012
Raffaele Bucciarelli
Presidente gruppo
consiliare regionale Federazione della Sinistra PdCI-PRC
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Cesare Procaccini
Segretario regionale
Partito dei Comunisti Italiani
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Marco Savelli
Segretario regionale
Partito della Rifondazione Comunista
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