mercoledì 17 luglio 2013

Intervento in seduta aperta sul piano Indesit di riorganizzazione del gruppo in Italia e crisi aziende

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" Di fronte a un dramma come quello della Indesit, io rispondo che non si può stare con chi ha lucrato sul patrimonio culturale e umano del territorio e sulle finanze pubbliche. Bisogna scegliere da che parte stare. Intervenire presso il governo nazionale e chiedere una politica industriale adeguata."

giovedì 4 luglio 2013

Il compagno Fosco Giannini è il nuovo segretario del Comitato regionale del Partito dei Comunisti italiani delle Marche

Il compagno Fosco Giannini è il nuovo segretario del Comitato regionale del Partito dei Comunisti italiani delle Marche. 
E’ stato eletto, con due sole astensioni, giovedì 25 giugno, in seguito alle dimissioni,irrevocabili e inutilmente respinte, del compagno Francesco Interlenghi. 
Dopo il voto e l’elezione, il compagno Giannini è intervenuto, ponendo subito alcune questioni e anticipando, in una sorta di sintetica evocazione di un progetto di lavoro, alcune questioni: “La lunga fase della restaurazione imperialista e capitalista apertasi dopo la caduta dell’URSS e del “campo socialista” – ha affermato il nuovo segretario regionale – sembra finalmente mostrare segni di cedimento  e grandi processi di trasformazione sociale in senso antimperialista prendono corpo in tanta parte del mondo. 
Ciò apre oggettivamente nuovi e grandi spazi per le forze rivoluzionarie, anticapitaliste e comuniste a livello internazionale. Di questo nuovo stato di cose possono giovarsi anche i comunisti italiani che, se saranno in grado di organizzare e sostenere la lotta contro l’offensiva iperliberista sferrata dall’Ue e dal capitalismo italiano, potranno darsi le basi materiali per il rilancio e il consolidamento del partito comunista in Italia”. 
“Da questo punto di vista – ha proseguito Giannini – il nostro primo compito è quello di contribuire alla costruzione del partito comunista sul piano nazionale, iniziando a costruirlo qui da noi, nelle Marche”. 
“ Occorre – ha affermato ancora Giannini – mettere a fuoco delle priorità: l’organizzazione della lotta (a partire da quelle che dobbiamo immediatamente sviluppare a fianco degli operai Indesit di Fabriano e degli operai del Cantiere navale di Ancona); il lavoro per il radicamento del partito sia a livello territoriale e sociale che nei luoghi di lavoro; l’organizzazione dei comunisti all’interno della CGIL e del movimento sindacale; la presenza costante del partito (gazebo, banchetti, volantini) nelle piazze e di fronte alle fabbriche, ai posti di lavoro e di studio; un impegno particolare contro la brutale offensiva maschilista, violenta, reazionaria e assassina ( vero segno dei tempi) contro le donne; un lavoro particolarmente accurato per una nuova e più efficace politica del tesseramento e dell’autofinanziamento, in questa fase nella quale il capitale e la sua cultura dominante tendono a liquidare ogni residuo pensiero critico, a cominciare da quello comunista, sia attraverso la reiterazione di leggi elettorali ferocemente antidemocratiche ( sbarramento al 4%, cancellazione della proporzionale), sia attraverso nuove leggi scritte in nome degli interessi borghesi, come la cancellazione del finanziamento pubblico ai partiti”. 
“Prioritarie – ha aggiunto Giannini – sono altre tre questioni: il rilancio di una efficace, non chiesastica, scuola-quadri del Partito, volta all’innalzamento della cultura e della coscienza di classe dei dirigenti e dei militanti del Partito, ma aperta ai giovani e ai lavoratori anche non iscritti e alla circolazione delle idee;  l’apertura – abbattendo scientemente i costi e mettendo a valore quelle energie e quelle risorse ( intellettuali e tecniche) che nel Partito, spesso, vengono rimosse   – di un quotidiano on-line del PdCI delle Marche; il ritorno alla migliore tradizione e scuola del PCI, che organizzava  le sue lotte e calibrava i suoi obiettivi ( nazionali e territoriali) innanzitutto sulla base di una conoscenza profonda del contesto ( economico, sociale, culturale) in cui operava. 
E da questo punto di vista è importante pensare ad un grande e serio convegno sulle Marche, che punti a mettere a fuoco lo stato delle cose nel mondo dell’imprenditoria e dell’artigianato, nel mondo del lavoro e del non lavoro, della disoccupazione e dell’inoccupazione, del welfare, dell’Università e della scuola: tutto ciò per rilanciare il PdCI come un “motore” sociale e politico credibile. “Niente è facile, ma niente ci è precluso a priori. 
Decisiva, come ci ha insegnato Antonio Gramsci, è la ferrea volontà di combattere e ottenere i risultati”, ha concluso il compagno Giannini.