Il compagno Fosco
Giannini è il nuovo segretario del Comitato regionale del Partito dei Comunisti
italiani delle Marche.
E’ stato eletto, con due sole astensioni, giovedì 25
giugno, in seguito alle dimissioni,irrevocabili e inutilmente respinte, del compagno Francesco Interlenghi.
Dopo il voto e l’elezione, il compagno Giannini
è intervenuto, ponendo subito alcune questioni e anticipando, in una sorta di
sintetica evocazione di un progetto di lavoro, alcune questioni: “La lunga fase
della restaurazione imperialista e capitalista apertasi dopo la caduta
dell’URSS e del “campo socialista” – ha affermato il nuovo segretario regionale
– sembra finalmente mostrare segni di cedimento
e grandi processi di trasformazione sociale in senso antimperialista
prendono corpo in tanta parte del mondo.
Ciò apre oggettivamente nuovi e grandi
spazi per le forze rivoluzionarie, anticapitaliste e comuniste a livello
internazionale. Di questo nuovo stato di cose possono giovarsi anche i
comunisti italiani che, se saranno in grado di organizzare e sostenere la lotta
contro l’offensiva iperliberista sferrata dall’Ue e dal capitalismo italiano,
potranno darsi le basi materiali per il rilancio e il consolidamento del
partito comunista in Italia”.
“Da questo punto di vista – ha proseguito
Giannini – il nostro primo compito è quello di contribuire alla costruzione del
partito comunista sul piano nazionale, iniziando a costruirlo qui da noi, nelle
Marche”.
“ Occorre – ha affermato ancora Giannini – mettere a fuoco delle
priorità: l’organizzazione della lotta (a partire da quelle che dobbiamo immediatamente
sviluppare a fianco degli operai Indesit di Fabriano e degli operai del
Cantiere navale di Ancona); il lavoro per il radicamento del partito sia a
livello territoriale e sociale che nei luoghi di lavoro; l’organizzazione dei
comunisti all’interno della CGIL e del movimento sindacale; la presenza
costante del partito (gazebo, banchetti, volantini) nelle piazze e di fronte
alle fabbriche, ai posti di lavoro e di studio; un impegno particolare contro
la brutale offensiva maschilista, violenta, reazionaria e assassina ( vero
segno dei tempi) contro le donne; un lavoro particolarmente accurato per una
nuova e più efficace politica del tesseramento e dell’autofinanziamento, in
questa fase nella quale il capitale e la sua cultura dominante tendono a liquidare
ogni residuo pensiero critico, a cominciare da quello comunista, sia attraverso
la reiterazione di leggi elettorali ferocemente antidemocratiche ( sbarramento
al 4%, cancellazione della proporzionale), sia attraverso nuove leggi scritte
in nome degli interessi borghesi, come la cancellazione del finanziamento
pubblico ai partiti”.
“Prioritarie – ha aggiunto Giannini – sono altre tre
questioni: il rilancio di una efficace, non chiesastica, scuola-quadri del
Partito, volta all’innalzamento della cultura e della coscienza di classe dei
dirigenti e dei militanti del Partito, ma aperta ai giovani e ai lavoratori
anche non iscritti e alla circolazione delle idee; l’apertura – abbattendo scientemente i costi
e mettendo a valore quelle energie e quelle risorse ( intellettuali e tecniche)
che nel Partito, spesso, vengono rimosse
– di un quotidiano on-line del PdCI delle Marche; il ritorno alla
migliore tradizione e scuola del PCI, che organizzava le sue lotte e calibrava i suoi obiettivi (
nazionali e territoriali) innanzitutto sulla base di una conoscenza profonda
del contesto ( economico, sociale, culturale) in cui operava.
E da questo punto
di vista è importante pensare ad un grande e serio convegno sulle Marche, che
punti a mettere a fuoco lo stato delle cose nel mondo dell’imprenditoria e
dell’artigianato, nel mondo del lavoro e del non lavoro, della disoccupazione e
dell’inoccupazione, del welfare, dell’Università e della scuola: tutto ciò per
rilanciare il PdCI come un “motore” sociale e politico credibile. “Niente è
facile, ma niente ci è precluso a priori.
Decisiva, come ci ha insegnato
Antonio Gramsci, è la ferrea volontà di combattere e ottenere i risultati”, ha
concluso il compagno Giannini.