venerdì 23 settembre 2011

Relativamente ai costi della politica.

Relativamente ai costi della politica credo che si sta assistendo più al fenomeno di chi la spara più grossa, che al desiderio di affrontare seriamente il tema.
Va detto innanzi tutto che la democrazia ha un suo costo che ogni paese deve affrontare e, almeno spero, anche in Italia e nella nostra regione si voglia mantenere.
Ridurre i costi riducendo il numero degli eletti è una strada pericolosa perchè, appunto, riduce il principio delle rappresentanze, cioè la possibilità reale per tutti di rappresentare il proprio territorio, la propria classe sociale nelle istituzioni.
Cosa diversa sarebbe, per esempio, la riduzione degli staff, degli addetti ai Gabinetti, l'abolizione di Enti, e non sono pochi, che potrebbero essere assorbiti con evidenti risparmi.
La politica, per ciò che riguarda i comunisti, è impegno, passione e comporta perciò studio, ricerca, sostegno al partito senza il quale, per ciò che mi riguarda, non ci sarebbe speranza di opportunità e possibilità di cambiare “lo stato attuale delle cose” a favore dei più deboli.
Perciò verso, da sempre, il 50% dell'indennità di carica al mio partito. Non ho contratto mutui per la mia campagna elettorale che è stata finanziata dal partito, e chi oggi rivendica e propone tagli a destra e a sinistra dovrebbe, a mio modesto avviso, chiedere ai propri eletti come hanno finanziato le loro campagne elettorali. Perchè oggi, forse, si trovano a pagare mutui contratti, per cifre, si dice, anche consistenti.
Per ciò che riguarda i consiglieri delle Marche e delle altre regioni, perchè agitarsi tanto se la soluzione non è poi così complicata. La nostra indennità, che è la più basse d'Italia, è pari al 65% dell'indennità dei parlamentari. Riducendo questa a cascata si ridurrebbero tutte le altre.
E' troppo semplice?

Raffaele Bucciarelli
Presidente del Gruppo consiliare regionale

Federazione della Sinistra (PdCI-PRC)

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